LA DIFFUSIONE DELL'OPEN SOURCE NELLE SCUOLE ITALIANE
Un dato è certo: il software
libero non è molto diffuso nella scuola italiana. Negli ultimi tempi,
però, è cresciuta l'attenzione verso i concetti di Free Software
e Open Source come risorse alternative al software proprietario nella scuola
e nella Pubblica Amministrazione (Indagine
conoscitiva sul software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione).
La situazione sta cambiando, dunque, superando così una posizione critica
abbastanza comune. (Vedi il protocollo
d'intesa per la distribuzione gratuita di StarOffice ad oltre 10.700 scuole
italiane, giugno 2003).
La tendenza attuale vede un aumento dell’utilizzo di Linux,
specie negli istituti tecnici professionali, e qualche sperimentazione interessante
sul territorio nazionale, spesso frutto tuttavia di iniziative locali e quindi
difficilmente riproducibili in larga scala.
La fascia meno interessata risulta essere quella della scuola di base.
Vediamo quali sono i principali fattori critici:
- Carenze della politica ministeriale
La politica ministeriale si è dimostrata fino a oggi in “soggezione”
rispetto al monopolio informatico, non dimentichiamo però che l’insegnante,
a difesa del suo lavoro, può avvalersi dell’art.33 della Costituzione
italiana e dell’autonomia progettuale.
- Mancanza di materiale hardware
E’ fondamentale sottolineare come l’adozione di software open source
agevoli il riutilizzo di sistemi hardware non più recenti, abbassando
notevolmente i costi complessivi delle dotazioni nelle scuole. Dato da non trascurare:
in questi anni, nella scuola italiana, sono stati spesi centinaia di miliardi
di lire per acquisti informatici.
- Scarse capacità tecnico-professionali dei docenti
Non si può più parlare di carenze tecniche dei docenti, perché
nella categoria ve ne sono alcuni molto preparati; tuttavia non si può
negare che nella scuola vi sia da sempre il problema della mancanza di abilità
informatiche, in particolare nei ruoli di amministratore di sistema e di rete.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di reinvestire i possibili risparmi
(sull’acquisto del software e grazie al riutilizzo di hardware) in formazione.
- Integrazione fra diverse piattaforme
Il problema non si pone se la scuola decide per una scelta radicale. Le istituzioni
scolastiche interessate al paradigma “Open Source” dovranno optare
per questa soluzione o per piattaforme blended (integrate).
Le difficoltà di diffusione: cosa fare
Usare il software libero richiede un impegno maggiore e solo l’insegnante
che senta "l'oppressione" del software proprietario è disposto
a impegnarsi per liberarsi dalla "schiavitù" che questo software
impone. Se vogliamo parlare di piena realizzazione del principio della libertà
di insegnamento, nell’interesse degli studenti e della collettività,
dobbiamo necessariamente avere libertà di scelta nelle soluzioni didattiche,
dai libri di testo ad, appunto, il software utilizzato. Le scelte imposte dal
mercato monopolistico – che ha il fine fin troppo evidente del profitto
– non aiutano la didattica.
Che fare?
Una scelta formativa libera significa soprattutto educare gli alunni alla libertà.
È quindi fondamentale educare innanzitutto le coscienze del personale
scolastico (docenti, tecnici, dirigenti, ecc...), affinché il principio
della libertà venga realizzato anche nell’ambito dell’insegnamento
dell’informatica e delle nuove tecnologie, all’interno della più
vasto campo della moderna cultura scientifica.
Analizzando la problematica nello specifico, si possono individuare tre motivi
fondamentali per adottare software libero nella didattica:
1. Culturale
2. Economico
3. Tecnico
Culturale
Il software libero è prodotto da una cultura portatrice dei seguenti
valori:
- Libertà
- Uguaglianza
- Solidarietà
- Meritocrazia
La libertà in particolare può essere:
Libertà di parola. Libertà di modificare e migliorare
il software, all'interno di una comunità scientifica che si aiuta reciprocamente,
senza condizionamenti dettati da esigenze di mercato.
Libertà di stampa. La disponibilità dei codici
sorgenti permette la libertà di copia del software, equiparabile alla
libertà di stampa. In questo modo si realizza il principio della condivisione
della conoscenza, secondo il quale il sapere è un diritto di tutti. Questo
principio educa, inoltre, alla cultura della legalità e del rispetto
del diritto d’autore.
Libertà di insegnamento. Libertà di scelta.
Poiché il codice sorgente è a disposizione di chiunque la concorrenza
che nasce fra le varie distribuzioni è reale. Sul mercato per esempio
esistono varie distribuzioni di GNU/Linux; un insegnante è libero di
scegliere quella più idonea ai suoi scopi didattici.
Libertà di studio. Dunque trasparenza (codici sorgenti
aperti), garanzia (i codici sorgenti permettono la verifica e la comunità
scientifica stessa se ne fa garante), affidabilità.
Economico
Il software si può ottenere a costo zero o a un prezzo molto contenuto,
tuttalpiù si pagano i servizi attorno a questo prodotto. (Non si può
più parlare di licenze proprietarie.) Anche l'hardware si acquista a
prezzi contenuti.
Le conseguenze in campo scolastico poi sono significative: dirigenti e docenti
vengono sgravati dagli iter burocratici di acquisto del software; le scelte
didattiche non sono così condizionate dall’aspetto finanziario,
e, infine, gli studenti possono ottenere il software senza ulteriori
spese per le famiglie.
Tecnico
Sul piano tecnico i vantaggi sono evidenti. La disponibilità dei codici
sorgenti permette di volta in volta di procedere alla ricompilazione del software,
adattandolo e configurandolo a piacere, con soluzioni funzionali alle scelte
didattiche. L’accesso ai codici sorgenti significa anche verificabilità,
perchè gli errori vengono trovati prima, ed esiste una continua possibilità
di verifica. Ne consegue una maggiore affidabilità del sistema che risulta
inoltre soggetto a controllo totale (file di log), anche per quanto riguarda
la gestione degli utenti (sicurezza). Da non trascurare nemmeno la possibilità
di utilizzare più piattaforme, riutilizzando hardware considerato "obsoleto”.
( Tratto
da: ScuolaER
)